Il Papiro, rinvenuto nella tomba A quella tra le due relativamente meno sontuosa, non faceva parte del corredo, anzi risulta semicombusto, rinvenuto insieme ad altri oggetti semicombusti prima dell'apertura della cassa: esso faceva quindi parte dei residui del rogo funerario.
In origine, il Papiro doveva essere lungo più di tre metri, scritto su numerose colonne disposte verticalmente, ogni colonna conteneva tra le undici e le sedici righe, composte a loro volta da una decina di parole.
» , proprio della "vita orfica", risiede quindi anche nel fatto che solo tale rifiuto impedisce a Persefone, giudice dei trapassati, di rivivere il dramma del figlio sbranato dai Titani di cui gli uomini sono eredi Bassorilievo in marmo di epoca romana, copia di originale greco del 410 a. L'opera originale, probabilmente di Alcamene, è andata perduta.
Questo bassorilievo, conservato presso il Museo nazionale archeologico di Napoli, è tra le testimonianze che attesterebbero l'esito negativo della catabasi di Orfeo già a partire dal V secolo a. Qui Orfeo voltatosi verso Euridice, le alza il velo, forse per verificare l'identità della donna e quindi la perde.
Dall'αἰθάλη (non quindi dalle ceneri, σποδός, ma dai vapori, quindi dalla fuliggine e poi materia) prodotta dalla carbonizzazione dei Titani, che nel frattempo rientrano nel Tartaro, nasce l'uomo: mescolanza dei Titani e del dio Dioniso frutto del loro banchetto « Fra le donne dionisiache, le serventi di Dioniso, ma non solo tra loro, si nasconde anche una nemica del dio che si svela e diventa la sua assassina!
Tutti gli esseri umani sono così, perché tutti fatti della medesima sostanza dei primi nemici del dio; eppure tutti hanno in sé qualcosa che viene proprio da quel dio, la vita divina indistruttibile.
Ciò che è stato rinvenuto è probabilmente quindi solo un decimo dello scritto originale.
Ma non occupa per molto il trono di Zeus, perché i Titani, astuti, cosparso il volto con del gesso ingannatore, spinti dalla rabbia profonda e spietata di Era, lo uccidono con un pugnale venuto dal Tartaro, mentre guardava la sua falsa immagine riflessa nello specchio. La tomba era affrescata in modo analogo alla tomba B di Derveni quella in cui è stato rinvenuto il papiro "orfico": un ramo di alloro di colore verde-azzurro sulla parete, in alto.L'uovo, quindi, rappresenta per gli Orfici la compiutezza delle origini, ma in ambito greco può inerire anche ad altri miti come quello che riguarda la nascita di Elena.In questo particolare di un'anfora, dipinta da Python (IV secolo a.La sua datazione è confermata dalla presenza di una moneta di Filippo II rinvenuta nella tomba B.L'origine orfica del testo è confermata dalla presenza del nome di Orfeo (nella colonna 14 citato per ben due volte).